Non invecchiare sarebbe contro natura?

  1. In breve
  2. Appelli alla natura
    1. Legge di Hume o Fallacia Naturalistica
    2. E il famoso “ordine naturale delle cose”? Ma la natura non è in equilibrio e “gronda di inutilità”
  3. L’invecchiamento è una malattia naturale?
    1. L’invecchiamento è una legge di natura?
    2. È nella natura dell’uomo invecchiare?
  4. La morte è l’invenzione migliore dell’evoluzione?
  5. Riferimenti
    1. Link esterni

In breve

Certo, può venire istintivo pensare che non invecchiare sarebbe contro natura, ma ci sono miliardi di confutazioni per questa frequentissima obiezione. Vediamo:

  • Immagino che stai leggendo queste righe da un computer o da uno smartphone connesso ad internet… indossando dei vestiti, e forse gli occhiali. Praticamente ogni cosa che ci circonda non è “naturale”.
  • In ogni caso questa obiezione cade nella fallacia naturalistica (descrizione non implica prescrizione) e nell’appello alla natura (è naturale, quindi va bene), che sono fallacie logiche ben note.
  • Ma poi… ha senso il concetto stesso di “naturale”?
  • Come se non bastasse, in realtà in natura esistono diverse specie naturali che vivono senza invecchiare, quindi è anche naturale non invecchiare.
  • E trovare nuovi modi per prevenire malattie e morte per stare sempre meglio è del tutto naturale per l’uomo.
  • E, per finire, anche se l’invecchiamento fosse una legge di natura, non è detto che significhi che non possiamo farci niente. Ad esempio, la gravità è una legge di natura, eppure esistono uccelli e aeroplani che hanno trovato il modo di volare senza violare alcunché.

Per me, l’unica cosa che sembra innaturale —nel senso che non è mai accaduta nella storia della nostra specie —è accettare limitazioni su ciò che possiamo e non possiamo fare per migliorare la nostra vita. Ci siamo sempre spinti contro confini percepiti; in realtà, la biologia ci costringe a farlo.

Il prolungamento della vitalità è una semplice estensione di questo processo.

David Sinclair, PhD, biologo e ricercatore

Quando si arriva a parlare di invecchiamento e morte come di un problema, e di eventuali soluzioni, alcune persone dicono semplicemente: “Invecchiare è naturale”. Come se questo dovesse implicare qualcos’altro, tipo che allora è tutto ok, e chiudesse la questione. Invece il ragionamento non è nemmeno iniziato.

Dato che “accumulare danni fino alla morte è naturale”, allora vivere senza accumulare danni, mantenere una salute giovanile a tempo indeterminato sarebbe contro natura? Se fosse così, allora perché esistono diversi animali e vegetali che non invecchiano (senescenza trascurabile)? Vedi: https://nautil.us/why-aging-isnt-inevitable-235931/.

Per l’uomo (per lo meno per chi ha atteggiamento logico, razionale, scientifico, filosofico, dato che non esiste un unico uomo) ragionare è abbastanza naturale. Quando ci si trova davanti a un fenomeno naturale, si cerca di capire perché questo fenomeno si verifica, da cosa è determinato, a cosa è correlato, quali ne sono le cause, le condizioni. È necessario? È inevitabile? La mera osservazione di un fenomeno non fornisce di per sé una risposta a queste domande, è solo un punto di partenza.

Ci sono infatti moltissimi modi per mostrare l’infondatezza della retorica “è naturale quindi va bene e/o è inevitabile”. Ma innanzitutto si devono definire i termini, senza rimanere vaghi. Infatti, la definizione di “naturale” è tutto tranne che scontata.

  • Con “naturale” si può intendere tutto ciò che esiste e si manifesta nell’universo (tutto fa parte della natura). In questo caso:
    • Tutto ciò che esiste ed accade è naturale, e quindi è naturale che l’uomo cerchi di contrastare l’invecchiamento e se l’uomo riuscirà a sconfiggelo, sarà perfettamente naturale (NB: alcuni sistemi biologici ce l’hanno già fatta, nel senso che mostrano senescenza trascurabile).
    • L’evoluzione è cambiamento e improvvisazione, quindi è del tutto naturale che le cose cambino, anche in modi nuovi, mai accaduti prima, quindi non è detto che tutto ciò che si osserva oggi si osservi anche domani. Quello che oggi appare inevitabile, potrebbe in realtà cambiare domani.
  • Con “naturale” si può intendere tutto ciò che non è prodotto dall’uomo. In questo caso:
    • se ci guardiamo intorno siamo letteralmente circondati di cose non naturali che usiamo quotidianamente ma che non consideriamo contro natura (perché ormai sono considerate normali);
    • naturale non implica buono: anche le malattie sono naturali, eppure le combattiamo, a volte con successo;
    • naturale non implica giusto: in natura esistono tantissime cose che per l’uomo sono del tutto ingiuste, immorali;
    • naturale non implica immutabile o inevitabile: i fenomeni naturali complessi non sono immutabili, ma cambiano a seconda delle condizioni, del contesto;
    • naturale non implica che non possiamo farci niente: anche la gravità è naturale, eppure esistono ascensori, aeroplani e uccelli che sfidano la legge di gravità con successo.

In generale è problematico tracciare un confine tra ciò che è naturale e ciò che non lo è, e ci si può porre la domande se abbia senso.

Ci sono anche obiezioni etiche, come la preoccupazione che una cura per l’invecchiamento sarebbe “innaturale”. Tuttavia, queste obiezioni non sono fondate, perché una cura per l’invecchiamento sarebbe semplicemente un modo per consentire alle persone di vivere più a lungo in salute, che è un desiderio naturale.

Se l’uomo crea prodotti problematici, allora l’uomo è causa di problemi, giusto? Bene. Questo però allora implica che anche le cose naturali possono causare problemi, dato che l’uomo è una cosa naturale: non essendosi creato da solo, l’uomo è un prodotto della natura, quindi è naturale. Ulteriore riprova che anche le cose naturali possono causare problemi, come se non bastassero terremoti, tsunami, asteroidi, ecc.

Appelli alla natura

Fonte dell’immagine: https://www.facebook.com/foodsciencebabe/posts/pfbid02gL9vZd95wpcRgoj6jZjCi4Mv9syXj7Mmvi8TmnM4Jupea7RehTkaq17hbC9MEGX8l

La fallacia dell’appello alla natura è la convinzione che qualcosa sia buono o giusto perché è naturale. Non è sempre così, perché le cose naturali possono essere dannose (come le piante velenose, i terremoti, ecc.). Pertanto, l’appello alla natura non è un argomento valido. Vedi anche: https://yourlogicalfallacyis.com/appeal-to-nature.

La filosofia si occupa di questi argomenti. Qui riporto una slide di un docente di filosofia della biologia, che cita Darwin:

Da “La natura è perfetta? Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista // L’ideatorio USI”

Si ricordi che ci sono varie cose che sono perfettamente naturali, ma contro cui combattiamo:

  • cancro
  • malattie di tutti i tipi
  • invecchiamento e morte (il desiderio dell’eterna giovinezza esiste da tempo immemore)

Nota. Tutti sembrano essere d’accordo nel combattere il cancro (probabilmente perché causa sofferenza e morte… o ci sono altri motivi?), ma pochi sanno che, nel caso in cui fosse completamente sconfitto, il guadagno nell’aspettativa di vita media sarebbe di soli 3 anni circa. Tre! Inoltre quasi nessuno conosce la relazione tra invecchiamento e cancro, che è molto forte. Il cancro si può avere a qualsiasi età ma il rischio aumenta esponenzialmente con l’aumentare dei danni (invecchiamento biologico o senescenza). Tra l’altro, se l’invecchiamento non è una malattia, allora non lo dovrebbe essere nemmeno il cancro.

Incidenza di vari tipi di cancro con l’età anagrafica.

Legge di Hume o Fallacia Naturalistica

Descrizione: Quando la conclusione esprime ciò che dovrebbe essere, basandosi solo su ciò che è, o ciò che non dovrebbe essere, basandosi su ciò che non è. È molto comune e la maggior parte delle persone non vede mai il problema di questo tipo di affermazioni a causa delle norme sociali e morali accettate. In questo modo si elude la ragione e non ci si chiede perché qualcosa che è, dovrebbe essere così.

La legge di Hume è spesso riassunta come “nessun dovere dall’essere”. Ciò significa che non si può derivare un’affermazione “dovrebbe” da un insieme di affermazioni “è”. In altre parole, non si può ricavare un’affermazione morale da un insieme di affermazioni fattuali.

Insomma, non si può concludere ciò che si dovrebbe fare sulla base di una descrizione di ciò che è. Non si può dire che qualcosa dovrebbe essere in un certo modo solo perché è in un certo modo. Non si può dire che qualcosa dovrebbe accadere solo perché sta accadendo. Non si può derivare una prescrizione (o un “deve essere”) da una descrizione (o da un “è”). Si chiama anche Fallacia naturalistica (nota anche come: fallacia dell’is-ought, argomentazione dall’is all’ought, fallacia dell’is-should = è-dovrebbe).

Applicato all’invecchiamento: chi afferma che l’invecchiamento è naturale sta dando una descrizione della realtà per come è adesso, in un certo contesto, e ne sta derivando che “dovrebbe essere così”, solo per il fatto che è così. Hume fa semplicemente notare che è un salto logico privo di fondamento.

E il famoso “ordine naturale delle cose”? Ma la natura non è in equilibrio e “gronda di inutilità”

Esiste, in molti uomini (quindi come prodotto dell’uomo?), un’idea della natura come di un qualcosa che è sempre in perfetto equilibrio armonioso, poi arriva l’uomo e rompe gli “equilibri naturali”. Ti sarà capitato di sentirlo, vero? Purtroppo questa è una visione estremamente miope e distorta della natura, che non regge di fronte alle evidenze più clamorose.

La natura non è affatto in equilibrio. Ci sono molti esempi di cose naturali fuori dall’equilibrio e sconvolgimenti naturali senza l’intervento dell’uomo. Eccone alcuni:

  1. Le eruzioni vulcaniche possono causare grandi devastazioni sia alle popolazioni umane sia agli ecosistemi naturali.
  2. I terremoti possono causare danni ingenti sia alle strutture costruite dall’uomo sia agli habitat naturali.
  3. Gli tsunami sono un altro fenomeno naturale che può causare grandi distruzioni.
  4. Vogliamo parlare degli asteroidi? Uno di essi (o addirittura due) ha sterminato i dinosauri.
  5. Grandi estinzioni di massa si sono verificate prima che arrivasse l’uomo
  6. Il Grande Evento di Ossigenazione (GOE), noto anche come Catastrofe dell’Ossigeno, è stato un periodo di tempo intorno a circa 2,4 miliardi di anni fa in cui l’atmosfera terrestre ha accumulato per la prima volta l’ossigeno prodotto da organismi fotosintetici come i cianobatteri. Prima di questo evento, la maggior parte della vita sulla Terra era anaerobica, ovvero non necessitava di ossigeno per sopravvivere. Con l’aumento dei livelli di ossigeno nell’atmosfera, molti organismi anaerobi si sono estinti perché non potevano sopravvivere in un ambiente ricco di ossigeno.

Il punto esatto in cui un filosofo evoluzionista parla della mancanza di equilibrio in Natura: https://youtu.be/kDiNBePGow4?t=1415.

No, la natura certamente non è in equilibrio, e comunque non rispetta gli esseri viventi. È priva di etica e cruenta. Sempre che esista un soggetto identificabile come “Natura”.

Se la natura fosse in un perfetto equilibrio armonico, non vedremmo sbudellamenti cruenti, malattie (genetiche e non), cancro ed estinzioni di massa. Non ci sarebbe stato nemmeno il Big Bang (che non spiega l’origine assoluta dell’esistenza, ma l’espansione dell’universo è un dato di fatto), e non ci sarebbe evoluzione, ma tutto rimarrebbe in equilibrio. O c’è equilibrio o ci sono stravolgimenti, le due cose si autoescludono.

Certamente, pure l’uomo (per lo meno una parte) non si dimostra affatto uno stinco di santo, e fa anche lui più danni della grandine (toh, altra cosa naturale associata a danni: la grandine), in maniera molto stupida. Ad esempio si stima che l’inquinamento atmosferico di origine antropica uccida circa 9 milioni di persone l’anno, circa 24,000 persone al giorno. Ma non certo più dell’invecchiamento che ne fa almeno 100,000, di morti al giorno…

Ma del resto nulla di strano, dato che anche l’uomo è prodotto e parte della natura e non “nasce imparato”, consapevole. Poi, piano piano (molto piano), forse inizia ad avere consapevolezza di cosa sono i danni e di cosa è l’etica. Dell’importanza dei sentimenti. Ma è un processo che parte da un’ignoranza di base che appartiene anche alla natura, ai primi stadi dell’evoluzione. Per costruire l’intelligenza, che è associata a un cervello strutturalmente complesso, ci vuole molto tempo, milioni o miliardi di anni, e millenni di apprendimento culturale (evoluzione culturale). Non è che prima c’era la luce e ora ci sono i tempi bui, ma anzi si parte dall’oscurità, e ora si inizia a vedere qualche luce.

L’invecchiamento è una malattia naturale?

Come viene fatto notare dai ricercatori, se considerare l’invecchiamento una malattia dipende dalle definizioni di invecchiamento, salute e malattia. E le definizioni sono arbitrarie e mutevoli.

Intanto, comunque, nel 2020 uno studio ha sostenuto che l’invecchiamento soddisfa i criteri di malattia dell’OMS, e quindi può essere legittimamente considerato una malattia: “aging fits the ICD-11 criteria and can be considered a disease”. [2]

Del resto l’OMS definisce l’invecchiamento in questo modo:

A livello biologico, l’invecchiamento è il risultato dell’accumulo di un’ampia varietà di danni molecolari e cellulari nel corso del tempo. Questo porta a una graduale diminuzione delle capacità fisiche e mentali, a un crescente rischio di malattie e infine alla morte.

https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/ageing-and-health#Ageing%20explained

Mentre definisce la salute in questo modo:

La salute è definita come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo come assenza di malattia o infermità. Il godimento del più alto livello di salute raggiungibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, credo politico, condizione economica o sociale.

Constitution of the World Health Organization (who.int)

Sembra quindi che salute e invecchiamento siano piuttosto incompatibili.

D’altra parte l’andamento delle malattie rispetto all’età parla molto chiaro:

Un ottimo video che discute di questi aspetti, compresi quelli relativi all’OMS, e dell’appello alla normalità è: Is Aging a Disease? | LifeXTenShow.

In effetti, ci sono vari articoli in letteratura scientifica che sostengono che si dovrebbe considerare l’invecchiamento una malattia. Uno di questi, pubblicato in Frontiers in Genetics, è descritto in questo video, in cui viene citata anche la fallacia naturalistica e la letargia rispetto al problema. [5]

Conclusione: è del tutto irrilevante se una cosa è una malattia o meno, quello che conta è se porta a stare bene o è dannosa, cioè se ha conseguenze biologiche importanti che riducono il benessere, la qualità di vita. L’invecchiamento è perdita di struttura, quindi di funzione, e quindi di salute.

L’invecchiamento è una legge di natura?

Ho sentito spesso dire che l’invecchiamento sarebbe una (non ben specificata) “legge di natura”.

Si deve accettare solo perché non c’è scelta, ma se ci fosse? È davvero una legge di natura? Chi dice queste cose di solito purtroppo non sa nulla di biologia, meno che meno di biologia dell’invecchiamento, evoluzione, fisica e natura. Ripete cose vaghe, senza approfondirle. Del resto, anche questo ripetere acriticamente è piuttosto naturale, ci siamo evoluti biologicamente e culturalmente in gran parte anche ripetendo ciò che ci precedeva, uniformandoci alla maggioranza, senza porci troppe domande. È chiaro che seguire la massa può avere anche un’utilità. Ma questo non vuol dire che sia sempre la soluzione migliore.

Tra l’altro molti fanno un gran minestrone tra sistemi biologici e non biologici, credendo ad esempio che le stelle siano esseri viventi solo perché si parla di “ciclo di vita” di una stella. Classica obiezione: “Anche le stelle muoiono”. Quindi? Le stelle sono esseri viventi? Per di più intelligenti? Senzienti? Tecnologici? Perché generalizzare da esempi e non riconoscere la diversità? Eppure, stranamente, come esempio non prendono mai sistemi complessi come le popolazioni, la biosfera o il processo evolutivo nel suo insieme. Questo perché manca loro il concetto di livello di organizzazione biologica o di sistema, ma si attaccano a categorie semplici con cui hanno più familiarità. Certamente, andare per analogie grossolane è uno dei primi modi di ragionare, che sicuramente è stato utile, ma oggi siamo molto più avanti. Alcuni sistemi complessi non invecchiano perché hanno raggiunto una complessità tale da riuscire a sopravvivre a tempo indeterminato in un certo ambiente.

Ma soprattutto, esattamente, quale legge di natura sarebbe? Se gli si chiede, la risposta credo sia invariabilmente “si nasce, si cresce, ci si riproduce, si invecchia, e si muore”, o simile, immagino. Peccato che questa non sia una legge di natura, al limite è una osservazione, una descrizione che riguarda la maggior parte degli organismi presenti sulla Terra (di cui conosciamo solo una parte), ma non è né una legge biologica, né una legge fisica. E naturalmente da una descrizione non si può derivare una prescrizione (legge di Hume).

Ad esempio: perché gli esseri viventi nascono? Perché crescono? Perché muoiono? Per magia? Ci sono delle cause, delle variabilità, in questi schemi? Da cosa sono determinati? Tutti gli esseri viventi si possono riprodurre? E gli organismi sterili? Sfuggono dallo schema, violano le leggi di natura? E gli organismi che non invecchiano (senescenza trascurabile) o ringiovaniscono (senescenza negativa)? Contro natura anche loro?

Jones, O.R., Vaupel, J.W. Senescence is not inevitable. Biogerontology 18, 965–971 (2017).

Probabilmente molte persone vedono questi fenomeni come eventi elementari, o regolati da una mente superiore, non saprei, invece che come fenomeni complessissimi emergenti dall’interazione di molti fenomeni più piccoli a livello molecolare, tutti soggetti alle vere leggi naturali, e a fenomeni evolutivi.

Se davvero invecchiare fosse una legge di natura, forse non sarebbe sfuggita a Feynman, uno dei più grandi fisici mai esistiti, no? I fisici si occupano proprio delle leggi naturali. Eppure lui ha proprio rimarcato l’assenza di una legge di questo tipo: “Nulla in biologia indica che la morte sia necessaria”. E non sarebbe di certo sfuggita a tutti i biologi e scienziati che fanno ricerca per invertire l’invecchiamento oggi. Se questa legge esistesse sarebbe insegnata nei corsi di biologia tra le cose fondamentali, e invece questo non avviene (ho una laurea magistrale in scienze biologiche).

Quindi:

  1. L’invecchiamento non è una legge di natura, ma è un fenomeno complesso soggetto ad evoluzione, sia biologica che tecnologica, e in natura (intesa, in questo caso, come l’insieme degli organismi viventi) si mostra già estremamente variabile. Inoltre le evidenze mostrano che è modificabile in mille modi.
  2. Il secondo principio della termodinamica (quello che afferma che l’entropia di un sistema isolato non può diminuire) vale nei sistemi isolati, quindi non vale nei sistemi biologici, dato che non sono assolutamente sistemi isolati, ma sono sistemi aperti. [1]
  3. Anche nel caso in cui l’invecchiamento fosse una legge di natura, ciò non implicherebbe che non ci si possa fare niente. Infatti gli uccelli e gli aeroplani contrastano la legge di gravità con successo. Volano nonostante la legge di natura spingerebbe ciascun corpo ad andare verso il basso (verso il centro della Terra).

È nella natura dell’uomo invecchiare?

OK, magari invecchiare non vale per la natura in generale, ma potrebbe valere per la natura umana? Questa affermazione presuppone tipicamente due assunzioni:

1) che esista un’unica natura uguale per tutti gli uomini; 2) che la natura umana sia costante nel tempo

Entrambe le assunzioni sono errate perché nell’evoluzione naturale si ha 1) diversità e 2) innovazione, e non ci sono scopi o intenzioni precostituiti.

Già Darwin sosteneva che non esistono specie o categorie (pensate, proprio colui che ha scritto L’Origine delle Specie!), ma esistono individui, tutti diversi tra loro. Quindi di fatto ogni individuo ha una sua natura particolare, una diversità, unicità irriducibile (cosa che, per altro, sta alla base dell’evoluzione).

Vedi al minuto 15:42 la parte sulla diversità individuale

Se ci fate caso, infatti, tutti invecchiano in modo diverso, anche se ovviamente si osservano delle similitudini. Nulla di fatto può escludere che in futuro possa nascere una persona con senescenza trascurabile, che quindi sostanzialmente non invecchia col passare degli anni.

La natura di un essere vivente è determinata dall’interazione geni-ambiente, ed entrambi possono cambiare nel tempo, non sono immutabili. Quindi, sostenere che “qualcosa è nella natura dell’uomo”, o “l’uomo è in un certo modo per natura” significa immaginare una natura immutabile e uguale per tutti, e questo è biologicamente scorretto.

Un paio di video che parlano di questo (non di invecchiamento) da parte di esperti di biologia, evoluzione e natura:

La morte è l’invenzione migliore dell’evoluzione?

A questo proposito, semmai si può dire che la vita e l’intelligenza siano un’invenzione dell’evoluzione, non certo la morte. La morte è il disordine, l’assenza di identità che esiste quando non c’è vita, non c’è bisogno di inventare niente. Il disordine è la condizione di partenza pre-evolutiva, pre-biotica. È molto ma molto più facile essere disordinati che ordinati, è molto più facile distruggere che costruire, morire rispetto a vivere. Conservare la propria struttura richiede energia e intelligenza. Ricordiamo anche che i sentimenti e l’affettività diventano più complessi con l’aumentare della complessità, e questo ha ripercussioni. Ad esempio nell’uomo si osserva una pressione selettiva nello sconfiggere le malattie e le cause di morte [4], dato che diventa una priorità etica.

Cronologicamente, dal punto di vista evolutivo:

  1. non vita
  2. vita
  3. intelligenza complessa
  4. …?

Riferimenti

[1] Vanchurin, Vitaly, Yuri I. Wolf, Mikhail I. Katsnelson, and Eugene V. Koonin. 2022. Toward a Theory of Evolution as Multilevel LearningProceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America 119 (6). https://doi.org/10.1073/pnas.2120037119

[2] Khaltourina, D., Matveyev, Y., Alekseev, A., Cortese, F., & Ioviţă, A. (2020). Aging Fits the Disease Criteria of the International Classification of Diseases. Mechanisms of Ageing and Development, 189, 111230. https://doi.org/10.1016/j.mad.2020.111230

[3] Jones, O.R., Vaupel, J.W. Senescence is not inevitableBiogerontology 18, 965–971 (2017). https://doi.org/10.1007/s10522-017-9727-3

[4] Al-Shawaf, Laith, Kareem Zreik, and David M. Buss. 2021. Thirteen Misunderstandings About Natural Selection. In Encyclopedia of Evolutionary Psychological Science, edited by Todd K. Shackelford and Viviana A. Weekes-Shackelford, 8162–74. Cham: Springer International Publishing. https://doi.org/10.1007/978-3-319-19650-3_2158.

[5] Faragher R. G. (2015). Should we treat aging as a disease? The consequences and dangers of miscategorisationFrontiers in genetics6, 171. https://doi.org/10.3389/fgene.2015.00171