Un’obiezione classica, quando si parla della ricerca per curare l’invecchiamento al fine di mantenere salute e piena qualità di vita a tempo indeterminato (estensione radicale della vita in salute), è:
“Causerebbe sovrappopolazione!”
Al solito, viene detto come se la sovrappopolazione fosse una certezza incontrovertibile e un motivo sufficiente per rifiutare la ricerca biomedica sulla salute. Ricordiamo che “estensione della vita” è solo un altra espressione verbale per descrivere quello che essenzialmente cerca di fare la medicina. Come se poi l’eventuale sovrappopolazione potesse, anche solo teoricamente, essere in qualche modo un problema più importante rispetto a quello di mantenere la salute e l’integrità fisiologica attualmente associabile all’età giovanile (che è quella ottimale), quindi la qualità di vita.
“Oddio la sovrappopolazione, tragedia, moriremo tutti!”. Oddio ma è terribile! Non dirmi che qualcuno potrebbe farsi male! Mentre ora, con l’invecchiamento biologico indisturbato che causa malattie, disfunzioni e morte, tutti stanno benissimo e non moriamo tutti male al ritmo di 100 mila persone al giorno! Meglio quindi continuare a danneggiarsi per decenni fino alla morte (100k al giorno) per evitare un’ipotetica sovrappolazione, in cui qualcuno potrebbe farsi male.
Affrontiamo comunque nel dettaglio questa preoccupazione da 3 punti di vista:
- Confutazione etica
- Confutazione logico-scientifica
- Inconsistenza qualitativa e altre osservazioni
1 – La preoccupazione per la potenziale sovrappopolazione non è sostenibile dal punto di vista etico

Come riportato su un lavoro pubblicato sul Journal of Medical Ethics [1]:
Alcune delle obiezioni all’estensione della vita derivano dalla preoccupazione per la sovrappopolazione. Dimostrerò che, a prescindere dal fatto che la minaccia della sovrappopolazione sia realistica o meno, le argomentazioni relative alla sovrappopolazione non possono richiedere, dal punto di vista etico, l’interruzione della ricerca e dell’accesso all’estensione della vita. Il motivo è che abbiamo un diritto alla vita, che ci autorizza a non vederci negata una vita significativa contro la nostra volontà e che non consente discriminazioni solo in base all’età. Se la minaccia della sovrappopolazione crea un conflitto di diritti tra il diritto di nascere, il diritto di riprodursi, il diritto a maggiori opportunità e spazi (se, effettivamente, questi diritti possono essere difesi con successo) e il diritto alla vita, quest’ultimo dovrebbe avere la precedenza. — Cutas, D. E. 2008. “Life Extension, Overpopulation and the Right to Life: Against Lethal Ethics.” Journal of Medical Ethics 34 (9): e7. https://doi.org/10.1136/jme.2007.023622.
Perché si parla di etica letale? Perché si sta sostenendo che si dovrebbe far morire la gente anche potendo evitarlo. Il lavoro sul Journal of Medical Ethics rileva che il diritto di riprodursi è limitato dal diritto di vivere degli altri esseri umani, che non può essere tolto sulla base di discriminazioni anagrafiche. Del resto si violerebbe il principio fondamentale dell’etica che è quello di non danneggiare l’altro.
Nota bene: i diritti umani sono validi per gli esseri umani. Reali, non immaginari. Due gameti in individui diversi non sono un essere umano, meno che meno due futuri gameti, quindi sono escluse tutte le persone immaginarie eventualmente risultanti da eventi ipotetici.
Come caso particolare, notiamo che, per chiunque voglia riprodursi ed essere sostituito dal proprio figlio, non c’è problema da alcun punto di vista: questa sostituzione non causerebbe un aumento di popolazione (finché il rapporto è 1:1) né problemi etici, perché si rispetterebbe la libertà della persona che sceglie di procreare per essere sostituita dal figlio. L’importante è che non si pretenda di sostituire altre persone contro la loro volontà. Non si può obbligare la gente né a riprodursi, né ad essere condannata a morte.
La salute e la libertà rimangono sempre le cose più importanti. Non è importante il numero di persone prodotte, ma la qualità della vita di quelle, tante o poche, che si ritrovano ad esistere.
Vedi anche:
2 – Confutazione logico-scientifica
Chi sostiene che l’estensione radicale della vita causerebbe certamente sovrappopolazione, fa delle assunzioni implicite (tutte molto improbabili):
- Tasso di riproduzione costante (nessun cambiamento nella pianificazione della vita nel caso in cui non si invecchiasse)
- Immobilità tecnologica
- Errata equivalenza tra salute giovanile e invulnerabilità (impossibilità di morire, cosa ovviamente non vera)
- Sopravvalutazione dell’impatto dell’estensione della vita a livello demografico
In sostanza si tende ad assumere che cambi una sola variabile, mentre tutto il resto rimanga uguale, il che è altamente improbabile. Se invece si rileva che tutte le variabili sono in continuo cambiamento, si aprono infinite soluzioni a questo potenziale problema.
Infatti, non si tiene conto che:
- La natalità sta diminuendo (https://ourworldindata.org/fertility-rate):
- sembra ormai essersi diffusa la rivendicazione del legittimo desiderio di non avere figli da parte di molte persone (anche perché il contrario implicherebbe di essere creati per scopi preesistenti tipo avere figli, quindi imposti dall’esterno a prescindere), e il sostenere la completezza di una donna a prescindere dalla maternità;
- la sessualità e la riproduzione in generale sono variabili tra le specie, tra gli individui e nel tempo, ed essendo un costo, sono soggette a un calcolo costi/benefici: insomma sono una variabile, non una costante.
- La tecnologia tende ad aumentare, quindi:
- migliora il risparmio energetico e la distribuzione delle risorse;
- diventerà possibile un’enorme espansione fuori dalla Terra (vedi per esempio The Last Human – A Glimpse Into The Far Future | Kurzgesagt – In a Nutshell)
- La fine dell’invecchiamento biologico non significherebbe l’eliminazione totale della morte (si può sempre essere vittime di incidenti, malattie, scegliere di morire, ecc.)
- Non avrebbe un impatto così grande come istintivamente si crede, rispetto alle variazioni di natalità (https://youtu.be/fX9P1xuIJGg?t=2793)
Per chi credesse che siamo già in un problema di sovrappopolazione, be’ sembra che sia uno dei miti duri a morire: Overpopulation – The Human Explosion Explained | Kurzgesagt – In a Nutshell. [2]
Secondo altri studi seri, c’è addirittura un problema di sottopopolazione, e la cura dell’invecchiamento potrebbe essere una soluzione alla sottopopolazione: https://youtu.be/fX9P1xuIJGg?t=2966.
Video dedicato: Would curing ageing destroy the planet?
Per evitare (anzi limitare) fraintendimenti: quando si difende la legittimità di un certo modo di essere, agire, vivere, comportarsi, non si sta imponendo a tutti quello stesso modo di esistere. Se si difende il diritto degli omosessuali, non si sta dicendo che tutti devono essere omosessuali. In questo caso, il difendere la scelta di chi decide di non riprodursi non implica sostenere che nessuno deve avere figli o che avere figli sia sbagliato o che i bambini siano antipatici. Dovrebbe essere del tutto ovvio, ma nel regno del fraintendimento è bene specificare.
3 – Inconsistenza qualitativa: la potenziale sovrappopolazione non sarebbe qualitativamente un problema maggiore di quello attuale
Il problema di una eventuale sovrappopolazione (che comunque rimane molto improbabile e più gestibile di quanto uno immagini, come abbiamo visto nel punto precedente) quale sarebbe, in sostanza? Che alcune persone non avrebbero risorse, spazi, cibo, e quindi avrebbero una ridotta qualità di vita e potrebbero soffrire o addirittura morire (ad esempio di fame).
D’altra parte, lasciare che l’invecchiamento fisico faccia il suo corso causa attualmente, e stavolta con certezza, nel presente, perdita di salute, di qualità di vita, malattie e morte [3]. Inoltre è associato ad una spesa enorme, che non porta però le persone a risolvere il problema e a tornare a stare di nuovo bene. Che è lo scopo di tutti. Quindi lasciare le cose come stanno causa certamente il massimo problema di qualità di vita e salute per tutti.
Riferimenti
[1] Cutas, D. E. 2008. Life Extension, Overpopulation and the Right to Life: Against Lethal Ethics. Journal of Medical Ethics 34 (9): e7. https://doi.org/10.1136/jme.2007.023622.
[2] Scudellari, M. The science myths that will not die. Nature 528, 322–325 (2015). https://doi.org/10.1038/528322a
[3] What is Geroscience? The Complex Interplay Between Aging and Disease | National Institute on Aging
