Perché sconfiggere l’invecchiamento è un imperativo morale

1. La Prospettiva Scientifica: L’Invecchiamento come Processo Patologico

  • L’invecchiamento non è benigno: La scienza moderna vede sempre più l’invecchiamento non come una fase naturale e inevitabile della vita da accettare passivamente, ma come un processo biologico complesso caratterizzato dall’accumulo progressivo di danni molecolari e cellulari.
  • Causa Radice di Malattie: Questo accumulo di danni è il principale fattore di rischio per la stragrande maggioranza delle malattie croniche e degenerative che affliggono l’umanità: cancro, malattie cardiovascolari, Alzheimer, Parkinson, diabete di tipo 2, osteoporosi, fragilità, ecc. Queste non sono malattie “dell’età” nel senso che l’età causi direttamente, ma piuttosto malattie legate all’invecchiamento, il cui rischio aumenta esponenzialmente a causa dei processi biologici sottostanti all’invecchiamento stesso.
  • Potenzialmente Malleabile: La ricerca gerontologica sta identificando i meccanismi biologici fondamentali dell’invecchiamento (es. senescenza cellulare, instabilità genomica, disfunzione mitocondriale, esaurimento delle cellule staminali). Questi meccanismi si stanno rivelando potenzialmente “bersagliabili” con interventi terapeutici. Non si tratta più di fantascienza, ma di un campo di ricerca biomedica attivo e promettente. Se possiamo intervenire sulle cause, possiamo mitigare gli effetti.

2. L’Argomentazione Logica: Coerenza e Applicazione di Principi

  • Premessa 1: La Sofferenza e la Morte Prematura sono Negative. Questo è un assunto fondamentale su cui si basa gran parte della medicina e dell’etica. Ci sforziamo di prevenire e curare le malattie per alleviare la sofferenza e prolungare la vita in buona salute.
  • Premessa 2: L’Invecchiamento è la Causa Primaria della Maggior Parte della Sofferenza e della Morte nel Mondo Sviluppato (e sempre più a livello globale). Come dimostrato dalla scienza, l’invecchiamento è il fattore di rischio numero uno per le condizioni che causano più dolore, disabilità e morte.
  • Conclusione Logica: Se vogliamo ridurre la sofferenza e la morte prematura (Premessa 1), e l’invecchiamento ne è la causa principale (Premessa 2), allora dobbiamo logicamente mirare a contrastare l’invecchiamento stesso.
  • Argomento di Coerenza: Noi già combattiamo attivamente le singole malattie legate all’invecchiamento (cancro, infarto, demenza). Sarebbe incoerente non cercare di affrontare la causa radice comune a tutte queste condizioni, una volta che la scienza indica che è possibile. Sarebbe come curare continuamente le infezioni senza cercare di sviluppare antibiotici o migliorare l’igiene. Accettare l’invecchiamento come “naturale” e quindi intoccabile è una fallacia naturalistica; molte cose “naturali” (come vaiolo, peste, parto senza assistenza) sono state giustamente combattute e mitigate dalla civiltà umana.

3. La Prospettiva della Filosofia Morale: Doveri e Valori

  • Principio di Beneficenza (Fare il Bene): Uno dei pilastri dell’etica medica e dell’etica in generale è il dovere di agire per il benessere degli altri. Dato l’immenso carico di sofferenza (fisica, psicologica, sociale) causato dall’invecchiamento e dalle malattie ad esso correlate, sviluppare terapie che rallentino o invertano l’invecchiamento rappresenterebbe un atto di beneficenza su scala potenzialmente enorme. Si tratterebbe di estendere non solo la durata della vita (lifespan), ma soprattutto la durata della vita in buona salute (healthspan).
  • Principio di Non Maleficenza (Non Nuocere): Se abbiamo la capacità potenziale di prevenire o mitigare il danno causato dall’invecchiamento, scegliere di non farlo, o non investire adeguatamente nella ricerca per farlo, potrebbe essere visto come una forma di omissione colposa, violando indirettamente il principio di non maleficenza su larga scala. Permettere che milioni di persone soffrano e muoiano per cause potenzialmente prevenibili solleva questioni etiche profonde.
  • Giustizia ed Equità: L’invecchiamento colpisce tutti, ma le sue conseguenze più gravi (malattie, disabilità, perdita di autonomia) sono una fonte significativa di disuguaglianza. Sebbene l’accesso iniziale a terapie anti-invecchiamento potrebbe sollevare problemi di equità (che devono essere affrontati attivamente con politiche adeguate), l’obiettivo finale di sconfiggere le malattie legate all’età è un obiettivo universalmente giusto, mirando a liberare tutta l’umanità da una delle sue più grandi fonti di afflizione. Rifiutare di perseguire questo obiettivo per paura delle disuguaglianze iniziali sarebbe come rifiutare di sviluppare cure per il cancro perché inizialmente potrebbero essere costose.
  • Valore della Vita e della Salute: La nostra società afferma intrinsecamente il valore della vita e della salute attraverso i sistemi sanitari, le leggi sulla sicurezza, ecc. L’invecchiamento è la minaccia più universale e significativa a questi valori. Lavorare per superarlo è la massima espressione di questo impegno valoriale.
  • Autonomia e Dignità: L’invecchiamento spesso porta a una perdita progressiva di autonomia fisica e cognitiva, minando la dignità e la capacità di autodeterminazione dell’individuo. Combattere l’invecchiamento significa anche lottare per preservare più a lungo l’autonomia e la dignità delle persone.

4. L’Importanza della Libertà di Scelta e Autodeterminazione (Rafforzamento del Punto Morale):

  • L’Invecchiamento Attuale Limita la Scelta: Come progredisce l’invecchiamento, la nostra salute declina, le nostre capacità si riducono, e le nostre scelte si restringono drasticamente. Malattie come l’Alzheimer, la fragilità severa o l’insufficienza d’organo ci privano dell’autonomia e della capacità di vivere la vita secondo i nostri desideri. Siamo costretti a rinunciare ad attività, relazioni, progetti. In sostanza, l’invecchiamento biologico attuale è un ladro di libertà e di scelta.
  • Combattere l’Invecchiamento Espande la Scelta: L’obiettivo primario di intervenire sull’invecchiamento non è semplicemente allungare la vita indefinitamente, ma estendere l’healthspan – il periodo di vita vissuto in buona salute, con piene capacità fisiche e cognitive. Questo significa dare alle persone più tempo e più capacità per fare scelte significative sulla propria vita, perseguire i propri obiettivi, mantenere relazioni, contribuire alla società e prendersi cura dei propri cari.
  • La Scelta di Accettare o Rifiutare: Sviluppare terapie anti-invecchiamento non significa obbligare nessuno a usarle. La libertà di scelta individuale deve rimanere sovrana. Chiunque dovrebbe avere il diritto di scegliere se sottoporsi a tali trattamenti o accettare il corso naturale dell’invecchiamento. Tuttavia, non sviluppare queste terapie nega la scelta a tutti coloro che vorrebbero vivere più a lungo e in salute. Il vero potenziamento della libertà di scelta risiede nel creare l’opzione che oggi non esiste su larga scala.
  • Scelta per i Nostri Cari: La malattia e la disabilità legate all’invecchiamento impongono spesso un carico enorme (emotivo, fisico, finanziario) sui familiari e sui caregiver. Estendere l’healthspan dei nostri cari significa anche alleggerire questo fardello, permettendo relazioni più ricche e meno gravate dalla sofferenza e dalla dipendenza, aumentando la libertà di scelta anche per loro.

5. La Mancanza di Consenso alla Condizione Esistenziale (Fondamento Filosofico):

  • Nessun Consenso alla Nascita e alla Morte: Questo è un punto filosofico profondo: nessuno di noi ha scelto di nascere, né ha acconsentito alle regole biologiche fondamentali che governano la nostra esistenza, inclusa la senescenza e la morte. Siamo “gettati nel mondo” (per usare un termine esistenzialista) con una biologia che ci condanna inevitabilmente al declino e alla fine, a priori, senza una colpa.
  • L’Agenzia Umana Contro le Limitazioni Imposte: La storia umana è, in gran parte, una storia di lotta contro le limitazioni non scelte imposte dalla natura. Non abbiamo accettato passivamente la fame, il freddo, le malattie infettive. Abbiamo sviluppato l’agricoltura, l’abbigliamento, l’edilizia, l’igiene, la medicina. Abbiamo usato la nostra intelligenza e la nostra capacità di agire (la nostra agency) per modificare le condizioni che ci sono state imposte senza il nostro consenso e che causano sofferenza.
  • L’Invecchiamento Come Ultima Frontiera Non Scelta: L’invecchiamento biologico è forse la più fondamentale e universale di queste condizioni non scelte che portano alla sofferenza e alla perdita. Affrontarlo scientificamente è la logica prosecuzione di questo sforzo millenario dell’umanità di migliorare la propria condizione e rifiutare di essere vittime passive della “biologia”.
  • Rifiuto della “Condanna a Morte” Biologica: Considerare l’invecchiamento come una “condanna a morte” non consensuale rafforza l’imperativo morale a combatterlo. Se vediamo la sofferenza e la morte imposte dall’invecchiamento come un male fondamentale (anche se “naturale”), allora usare la nostra razionalità e capacità tecnologica per superarlo diventa un atto di affermazione dei valori umani (vita, salute, benessere, libertà) contro l’indifferenza dei processi biologici non scelti. È un tentativo di prendere il controllo del nostro destino biologico, per quanto possibile.

Conclusione

Combinando queste prospettive:

  1. La scienza ci dice che l’invecchiamento è un processo biologico dannoso alla radice della maggior parte delle malattie e della sofferenza umana, e che è potenzialmente modificabile.
  2. La logica ci impone, per coerenza con i nostri sforzi attuali contro le singole malattie, di affrontare la causa comune (l’invecchiamento) se vogliamo essere efficaci nel ridurre sofferenza e morte.
  3. La filosofia morale (attraverso i principi di beneficenza, non maleficenza, giustizia e il valore intrinseco che diamo alla vita, alla salute, all’autonomia e alla dignità) ci obbliga a perseguire attivamente soluzioni per alleviare questa immensa fonte di sofferenza umana universale. L’imperativo morale di risolvere il problema dell’invecchiamento non deriva solo dal desiderio di alleviare la sofferenza (beneficenza) o dalla coerenza logica con la pratica medica, ma è profondamente radicato nel valore che attribuiamo alla libertà di scelta individuale e nell’aspirazione umana a superare le limitazioni fondamentali e non scelte che ci sono state imposte dalla nostra biologia. Combattere l’invecchiamento significa lottare per un futuro in cui gli individui abbiano più anni di vita sana per esercitare la loro autonomia e realizzare il proprio potenziale, rifiutando di accettare passivamente una “condanna” biologica a cui nessuno ha mai dato il proprio consenso. È un’estensione radicale del progetto umano di autodeterminazione.

Pertanto, investire risorse intellettuali ed economiche significative nella ricerca per comprendere e intervenire sui processi biologici dell’invecchiamento non è solo un’opzione scientifica interessante o un desiderio umano comprensibile, ma emerge come un profondo imperativo morale per l’umanità. Non farlo equivarrebbe ad accettare passivamente una quantità enorme di sofferenza e morte che potremmo avere il potere di prevenire.

Lascia un commento